05 Apr

40 GIORNI DI MEDITAZIONE

40 giorni di meditazione in 40 posti diversi #40days40places

Questo era il mio progetto, con una svolta al decimo giorno a causa del corona virus, che mi ha costretto a meditare in casa facendo dei viaggi mentali in posti che avevo visitato nel passato!

Ecco giorno per giorno i racconti delle esperienze di questi 40 giorni di meditazione

1/40 Rocca di Manerba

Meditation: oggi è stata la prima esperienza di questo progetto e per quanto riguarda la meditazione è stata veramente difficile. Ero concentrato completamente sull’esterno invece che sul mio respiro. Ascoltavo i rumori dell’ambiente, soprattutto il chiacchierio della gente intorno.

La testa era anche focalizzata sull’aspetto tecnico. Andrà bene la ripresa, funzionerà? Qualche momento di respiro consapevole l’ho avuto, ma pochi. Domani andrà meglio.

Location: Gli scavi archeologici nell’area del Sasso, area sottostante la Rocca, esposta al vento e interrotta da una scogliera a strapiombo sul lago, con un salto di 150 metri, sono state rinvenute tracce di un insediamento del Mesolitico che testimoniano la presenza di esseri umani circa da 8000 a 5000 anni fa.

Durante le ricerche archeologiche sono venute alla luce tre circuiti di mura di difesa databili fra il XII e XIII secolo di cui il più interno racchiude la sommità della Rocca.

Entro la cinta esterna gli scavi hanno identificato una sequenza stratigrafica che va dalla cultura di Lagozza (4000 a.C.) alla fortificazione medievale da cui il sito trae il nome.

Numerosi reperti archeologici dimostrano la presenza di insediamenti Etruschi, dei Galli Cenomani e dei Romani.

Nel 776 la Rocca fu l’ultimo baluardo di resistenza dei Longobardi ai Franchi di Carlo Magno, che un secolo dopo, donò i terreni circostanti ed in riva al lago, ai monaci di San Zeno di Verona.

Col tempo la proprietà della Rocca fu degli Scaligeri, dei Visconti ed infine della Repubblica Veneta. 

L’ultima struttura medievale venne distrutta nel 1574, per ordine della Serenissima perché divenuta una fortezza inespugnabile di fuorilegge.

2/40 Il mio studio

Oggi non sono molto in forma quindi resto al calduccio! Meditare in un posto conosciuto e sicuro è senz’altro più facile. È stato più rilassante e negli ultimi minuti sono riuscito a concentrarmi molto meglio di ieri sul respiro. Sentivo tutto il percorso dell’aria.

Il mio studio è un luogo con una storia. È stato molte cose per me. La mia camera in adolescenza, poi la mia palestrina, la stanza per gli ospiti e adesso è il luogo dove lavoro o studio. Ci sono molti oggetti importanti per me ma cerco di tenerne pochi, quelli più significativi altrimenti rischierei di non vederli più!

3/40 Monte Stella

Probabilmente ho la febbre. Sicuramente una bella tosse e il raffreddore, la gola non è al massimo. Secca e dolorante. Durante la meditazione di oggi però non ho percepito alcuno di questi fastidi. Sono stati dieci minuti di pace. C’erano i rumori di sottofondo della Valtenesi che mi cullavano. Ho percepito i suoni vicini dei boscaioli e di una autoambulanza ma anche i suoni più lontani, forse un motoscafo nel lago. Uccellini, vento e il sole caldo sulla pelle. Gradevole, oggi è stato proprio bello. Avevo in mano la mente e potevo decidere io dove farla andare. Potevo concentrarmi sul respiro, sulla postura o sull’ambiente, con consapevolezza.

Il luogo di oggi è il Monte Stella, o “mut ragnì”, una collina a Polpenazze dalla quale si può vedere tutto il basso lago. È la collina sulla quale schiaccio “stop” sul garmin nella maggior parte dei miei allenamenti. Un colle anonimo per i più ma con una bella energia.

4/40 San Sivino

Il Patto con il Diavolo, è questa la Leggenda che ruota intorno a questo posto bizzarro. È stata la provocazione di un’amica che mi ha incuriosito a visitare questa chiesetta nascosta. La storia narra di un mugnaio che nel 1200 vendette l’anima al Diavolo in cambio di prosperità. Questo patto fu sancito dalla mano del mugnaio e il piede del demonio impressi su una lastra di marmo, ancora visibile a lato della chiesa. Bhe non mi è sembrato il posto adatto per una meditazione efficacie e quindi mi sono spostato un pochino più in basso, sul lago. I ricordi si sono spostati agli anni del windsurf, quando tra un libro e l’altro guardavo le previsioni meteo del vento aspettando i temporali. San Sivino è posto di onde oltre al metro quando il vento spinge.

La meditazione è stata caratterizzata dalla scomodità. Provvederò a portarmi un piccolo cuscino nei prossimi giorni. La prima regola è mettersi comodo e oggi non ci sono riuscito!

5/40 Casa

Nel 2017 ho partecipato ad un ritiro di meditazione Vipassana di 10 giorni. Nessun contatto con l’esterno, niente musica, libri, telefono cellulare e niente parole per 10 giorni. In completo silenzio. Prima sessione di meditazione h 4:00 ogni mattina e avanti fino alle h 21:00. L’inizio e la fine delle meditazioni sono scandite da un grande gong nel cortile. Usavo mettermi una coperta sopra la testa per isolarmi meglio ma ogni tanto mi addormentavo. Una volta sono caduto dal seggiolino nel momento più profondo della giornata, in mezzo a 50 persone.

In quei 10 giorni ho meditato esattamente 600 minuti ogni giorno per 10 giorni. Con il mio progetto mediteró 400 minuti in 40 giorni, una bella differenza matematica.

6/40 – Pisenze

Non chiamiamola meditazione, poco di tutto ciò oggi. Sono stato fermo 10’ senza fare nulla, ecco. Già questo è stato abbastanza impegnativo con 40 nodi di vento, onde alte 1 metro e la pioggia!

È stata una di quelle occasioni dove restare fermo e calmo è stato un esercizio non così banale. Fuori dalla comfort zone, sicuro. La cosa che ho notato oggi è che dopo qualche minuto di preoccupazione mi sono detto “ma si, stai tranquillo tanto non può succedere nulla di pericoloso” e da quel momento posso dire di essermi rilassato un po’. Era quella che si chiama paura immaginaria, cioè una paura che in realtà non dovrebbe esistere proprio perché il pericolo effettivo non c’è. Al massimo mi sarei potuto bagnare il piedino, tutto lì.

Ero a Pisenze! Una delle spiagge più belle e suggestive di tutto il Lago di Garda! Proprio sotto la Rocca di Manerba, sul versante direzione San Felice. Pisenze la conosco in tanti per la sua tranquillità e i suoi colori vivaci. La navigazione a motore in questa ansa è vietata e l’acqua si mantiene cristallina e calma, solitamente. Con Maschera e boccaglio si possono vedere molti pesci anche belli grossi che se la nuotano sotto le rocce!

7/40 In macchina

Sveglia alle 5:17, come ogni mattina per andare a lavorare. Ogni tanto capita che per diverse ragioni l’appuntamento salti all’ultimo minuto. Come un navigatore c’è l’opzione “…ricalcolo…”. Stamattina volevo meditare in un bel posto ma pioveva troppo e non ero attrezzato, così ho sfruttato l’auto.

La meditazione è andata bene. In un luogo sicuro e confortevole come l’automobile (parcheggiata) è facile. Dopo qualche secondo il mio pensiero era già focalizzato sull’aria che entrava dal naso. È venuto tutto semplice, senza cercare nulla e senza pretenderlo. Uno degli effetti della meditazione è che il tempo cambia la sua velocità. Stamattina i 10 minuti sono parsi molti meno!

Durante la giornata di oggi mi pare di essere più concentrato ma non penso siano già effetti diretti della meditazione. Sto dormendo anche bene ma vorrei comunque dormire di più, stasera a nanna presto che domani sarà lunga la giornata

8/40 Eremo di San Valentino

Se c’è un posto più di altri adatto alla meditazione è proprio questo. Sono almeno 3 gli eremiti che hanno dedicato la maggior parte della loro vita a questo posto. Non sono Cristiano ma questo posto è davvero uno dei più spirituali che conosco. Un luogo mistico o almeno suggestivo.

Nel 1630 alcune persone si rifugiarono qui per salvarsi dalla peste, che in Veneto uccise il 60% della popolazione e nel bresciano poco meno.di avranno avuto

Raggiungerlo è una piccola avventura perché lasciato il mezzo a Sasso di Gargnano bisogna camminare per circa 40’ in salita.Si arriva in un punto panoramico e si scende a dx. Il sentiero é incastonato ma agevole e subito dopo una curva si trova una piccola porta in legno. È l’ingresso, così nella montagna, senza preavviso. L’eremo ha una cappellina e qualche stanzetta. È tutto aperto, si può entrare.

La meditazione in un posto come questo non ha deluso le aspettative. Sono stati 10 minuti profondi, fin da subito. Ho usato una visualizzazione che mi è stata insegnata in altri contesti ma era stata molto efficace. 

Ci si visualizza mentre si scendono le scale di un castello immaginario e dopo aver aperto qualche porta si incontra il proprio maestro interiore. È stato un buon incontro. Gli ho fatto qualche domanda specifica e lui è stato chiaro. Grazie

9/40 – Cascata di Renzano

La leggenda narra di un uomo che cadde dalla cascata senza farsi nulla. Uscì illeso dalla grotta vedendo la Madonna. Se guardate il video noterete che la meditazione è stata disturbata da una pianta caduta alla mia sx dopo qualche secondo. Si vede bene. Mi avesse colpito penso si sarebbe conficcata nel cranio come si è conficcata nella sabbia. Mi è andata bene. Mi sono girato, ho visto il ramo e ho continuato a meditare.

Nonostante questo qualcosa ho portato a casa nella meditazione di oggi. Ho iniziato a rilassarmi anche solo in 10 minuti. Sono veramente pochi per meditare bene ma cerco di sfruttarli al meglio che posso e ogni giorno miglioro un pochino! Durante la meditazione ho avuto delle buone idee. Non complete ma utili suggerimenti!

Il posto di oggi è stata una piccola scoperta tra un appuntamento e l’altro. Avevo 1 h buca e ho puntato Renzano, sopra Saló, un posto che conosco ma che non mi ha mai attirato.

Oggi ho rischiato di non riuscirci perché stamattina ho raggiunto un posto carino ma non avevo caricato la Go Pro

10/40 – Laghetto dell’Amore

Polpenazze. Un posto che ho frequentato sin da bambino, nella quale ho solo bei ricordi.

Decimo giorno di meditazione, oggi non ho usato il timer e come immaginavo ho sforato di pochissimo il tempo. Ho aperto gli occhi dopo 11 minuti. Poco da scrivere oggi, sono ad 1/4 del mio obiettivo. Inizio a sentire l’ esigenza di allungare il tempo o di fare più sedute al giorno ma sul mio cuscino, nel mio studio. La parte più impegnativa è certamente trovare le location non così banali. Vado più a sensazione che a logica.

Domani dove andrò? Non so

11/40 – Restate a casa

Si ok vero che un panorama come quello del mio tetto non è da tutti, ok. In ogni caso restare a casa mi da parecchie opportunità. Ho cose da fare che rimando da troppo tempo proprio perché sono sempre in giro, ho libri da leggere, ho del tempo per inventarmi qualcosa con i bambini. Si, penso che potrei degnamente uscirne dalla quarantena, qualora fosse necessario!

Come ieri non ho messo il timer alla meditazione ma sono andato un po’ più lungo. Casa è casa, mi viene sempre più facile concentrarmi.

Nei giorni scorsi ho capito che la comodità è molto importante per meditare, oggi ho capito che anche il metodo lo è. Non basta mettersi seduti con gli occhi chiusi ma serve seguire uno schema mentale logico per poter entrare nello stato di meditazione.

Quello che uso più spesso è:

  1. ascolto il respiro nella zona tra le narici è il labbro superiore
  2. rilasso tutta la muscolatura
  3. mi concentro su una cosa sola. (Una immagine, un pensiero, una sensazione, una emozione, un progetto, una domanda)
  4. Riporto l’attenzione al respiro e apro gli occhi.

Provate anche voi e fatemi sapere com’è andata!

12/40 – Restate a cas(ina)

È passato un anno da quando decisi di mettere alla prova le mie capacità manuali. L’anno scorso infatti ho spostato il mio limite costruendo una casetta in legno per i miei bambini. Ci avevo messo più di una settimana ma penso di avergli fatto un regalo stupendo! Avevo sfruttato così un periodo di “magra”, nella quale lavoravo poco. Con questa storia del corona virus staremo tutti più a casa e quale occasione migliore per imparare a fare qualcosa di nuovo! Mettetevi alla prova, fate un bel progetto e via a lavorare! Potreste guadagnare molto di più stando a casa che andando in giro! Spostate il vostro limite, imparate cose nuove, sfruttate il momento, vivete il presente!

13/40 – Casa con ospite

Con il problema della mobilità non sarà facile completare questa challenge. Troverò alcune soluzioni ma temo che dovrò tirar fuori qualche magia per poter fare 40 diverse meditazioni in 40 posti. Oggi ho sofferto di rimandite, non sapevo come fare. Palestre chiuse, niente gare, contatti ridotti al minimo. La meditazione in questo caso mi aiuterà tantissimo ma bisogna farla bene. Stasera ho condiviso con mia figlia. Prima le ho fatto sentire l’aria nei polmoni e poi abbiamo lavorato su un ricordo positivo. Ha voluto rivivere l’emozione di una giostra di Gardaland. Fa sempre bene allo spirito e per una bambina della sua età è già tanto averla fatta sedere per 10’.

Come farò domani?

14/40 – Pronto a lavorare ON LINE

Serve una svolta. Siamo in piena epidemia e non posso spostarmi ogni giorno per un motivo come questo progetto. Non è giusto. Però ho viaggiato parecchio, sono stato in tutti e 5 i continenti e di cose da raccontare ne ho. La mia proposta è questa. Ogni giorno userò la meditazione per portare alla memoria i posti più belli nella quale sono stato. Ve li descriverò come posso, cercherò di farveli vivere. In questo momento nella quale serve stare a casa posso usare la mente per uscire e andare ovunque! Ci provo!

15/40 – Whitsunday Islands, Australia

Al primo viaggio mentale non c’è stato alcun dubbio, sono andato direttamente in acqua.

Ero fra le isole della Great Barrier Reef, in Australia, nel 2007. 3 giorni su una barca a vela. Capelli lunghi, innamorato e una vita di libertà davanti. Ho visto troppi colori tra quei coralli e non saprei descriverli. Probabilmente tutto lo specchio cromatico racchiuso in uno sguardo. Difficile dimenticare le sensazioni anche dopo tanti anni.

16/40 – Eldoret, Kenya

La seduta è stata un esperimento in palestra. Bambini che giocavano, giravano, strillavano. Isolarsi in queste condizioni è praticamente impossibile. Ci sono riuscito solo qualche secondo ma la visione che ho avuto è stata completa. Ero a Eldoret, in Kenia. 2009 se non ricordo male. Gli allenamenti mattutini degli atleti erano finiti e sono uscito per la corsetta culturale. Mi sono venute in mente le baracche, la terra argillosa dura e polverosa, le sterpaglie secche ai bordi della strada e gli africani, quelli belli, quelli che giocano sempre col sorriso e un bastone di legno.

17/40 – Monastero buddhista, Nepal

Si, oggi sono tornato a quel febbraio 2018 nella valle di Katmanù. L’immagine che la mia mente ha riportato al presente è il momento di preghiera dei monaci nel monastero. Lì si parla di vibrazioni e si sentono nel cuore. I mantra e i rituali sono qualcosa che la nostra cultura tende a sottovalutare. Approfitto di questo Covid-19 anche per questo. 

18/40 In prigione, America

Si. Avete letto bene. Ho passato la notte in una prigione. Nel 2011 Alex Bellini ha corso da Los Angeles a New York, 5500 km senza nessun giorno di riposo. Durante quel viaggio io e Mauro Talamonti, il fotografo, ci occupavamo di preparargli il cibo e di fargli trovare un letto per la notte. La mia mente mi ha riportato in un lampo in quel luogo angusto, quel B&B che un tempo veniva usato come carcere. Non ricordo dove fossimo perchè durante la traversata abbiamo vissuto in una specie bolla mentale e alcuni ricordi sono purtroppo svaniti con il tempo.

Quella di stasera è stata decisamente una meditazione profonda. A parte questo particolare ricordo sono poi andato ad indagare altri ricordi, altre sensazioni che non ricordavo. È stato bello

19/40 Valle Argentera, Piemonte

Un ride in moto che non dimenticherò. La Valle Argentera è un posto che toglie il fiato a tutte le persone. Dopo aver pagato un biglietto d’entrata si percorre la valle su una strada sterrata. Si sale un po’ di quota ma poi si apre la valle con cascate, guadi, rettilinei che in moto li vedi solo in tele. Abbiamo piantato la tenda vicino ad una cascata, nel nulla. In natura totale. Ricordo le sensazioni del nostro arrivo, quando Mauro si è fumato la sua sigaretta in silenzio, guardando il tramonto nella valle.

Si smontano le valigie dalla moto, tutte piene di sabbia e fango, come noi. Mani sporche, stanche ma sane. Si montano le tende, si prende l’accetta per fare la legna e si accende il fuoco urlando per la sensazione di libertà.

20/40 Lago di Garda, Windsurf 

Sono nudo. È proprio il caso di dire “giro di boa”. Siamo a metà del mio piccolo esperimento oggi. Avrei voluto preparare una sorpresa speciale ma ho avuto altre priorità e non sono riuscito. Ci ha pensato la mia mente a farmi lo scherzetto! Nella meditazione ero come sempre alla ricerca dei miglior posti visitati nel mondo e che immagine mentale si presenta? Beh la “mia” spiaggietta di quando praticavo il windsurf. In particolare ricordo un weekend. Ero solo. Per accedere allo spot dovevo parcheggiare in una galleria sulla Gardesana rischiando di farmi investire. La spiaggia era praticamente inaccessibile se non da ripide scalette che portano sotto un ponte, esattamente al confine tra Lombardia e Trentino. Li ho piantato la tenda e poco distante ho armato l’attrezzatura per uscire nel lago. Stavo benissimo, mi sentivo libero come poche altre volte. Per amplificare il momento decido di togliermi tutto e restarmene nudo, aspettando i 20 nodi di vento promesso. Poche volte in vita mia mi sono sentito così leggero. Non so dire quanto tempo ho aspettato ma un vento chiamato “ora” ha dato spettacolo. Metto la muta, porto la tavola e la vela in spiaggia, aggancio il trapezio ed è Rock. È Rock and Roll ragazzi. Vento perfetto, sole  caldo e il rumore della tavola che scivola sull’acqua planando al massimo. Quando sei in planata piena solo pochissimi centimetri della tavola schizzano sull’acqua. È come una scossa elettrica continua sotto i piedi. È tutto un equilibrio con il vento, le onde e le correnti. Lí non si pensa ad altro. Lì sei nel posto perfetto al momento perfetto. È tutto.

21/40 Hervey Bay, QLD

Dovrei ricordare questo posto per le megattere che ho visto, fantastiche. Ma non è ciò che mi è venuto in mente stasera. 

Poco più a nord di quel posto, in un anonimo campeggio mi sono spaventato, senza farlo notare a mia moglie, a quel tempo fidanzata. Tutto è iniziato una mattina, quando lei ha iniziato a star male. Vomito e febbre. Pensavamo qualcosa tipo intossicazione ma dopo tutta la giornata e anche quella successiva ho iniziato un po’ a preoccuparmi. La nostra casa era un vecchio furgone da lavoro del 1985. Dormivamo sul materasso nel cassone e sotto il letto avevamo tutto l’occorrente per mangiare e sopravvivere nel territorio australiano per mesi. Io ero un capellone e spesso camminavo scalzo, in strada, in spiaggia, nella foresta. Mi ero ambientato veramente bene diciamo. Fatto sta che una persona gentilissima mi ha allarmato dicendomi che poco prima proprio in quella zona c’era stato qualche caso di malaria e i sintomi potevano in qualche modo riguardare Elisa. Dopo qualche ora di tentennamento decidiamo di rivolgerci ad un medico ma prima di quel passo, chissà poi perché, ho sentito il bisogno di tagliarmi i capelli. Da capellone, a rasato. Niente via di mezzo. È stato un vero cambiamento, l’ho sentito come tale. La cosa buffa è che dopo il taglio di capelli la febbre è scesa drasticamente e il giorno dopo siamo ripartiti come se nulla fosse. Ancora oggi non me lo spiego ma me ne sono pentito molte volte, per i capelli ovviamente!?

Li rifarò crescere un giorno?

22/40 The Secret Spot

Sono certo che nessuno possa vedermi e sono sicuro anche di non incontrare altre persone. Da casa mia esco direttamente in campagna e per arrivare qui devo fare solo qualche centinaio di metri. Ho anche il cane, che ha bisogno di fare le sue cose. Sono quindi nel legale, ma non basta. I Buddhisti insegnano che per arrivare alla saggezza (panna) serve allenarsi ad mente calma (samadhi) e per farlo è necessario rispettare le regole morali (Sila). Non sono riuscito lontanamente a meditare e nemmeno ad arrivare ai 10’ che mi sono prefisso. Non ho rispettato la prima regola, SILA. Non mi sento a posto, la regola morale, più forte di quella legale, di non uscire di casa. Sono sereno di averlo fatto ma la mia mente non ne vuole sapere di meditare. Torno a casa con le orecchie basse e ho imparato. Non si esce.

23/40 Ånge, Svezia

Uno dei posti al mondo dove mi sono sentito più isolato. Era il 2004. Tratto dal diario di viaggio: “Ånge, un paese molto triste. La gente al supermercato non sorride mai e la stazione dei treni non ha la biglietteria o il personale. Sapevamo (NdA io, Davide Franchi e Francesca Bompieri) che potevano esserci due treni per noi, uno alle 20:35 e l’altro alle 23:25 ma abbiamo scoperto, una volta arrivati qui, che il primo treno sarà in servizio solo dal’8 agosto e oggi è il 5. Abbiamo così aspettato il treno notturno, completamente soli in stazione senza avere nulla da fare, senza un rumore. Il nulla. Una volta saliti sul treno prendiamo le cuccette veramente brutte e squallide con 200 corone a testa. Ora viaggiamo per Luleå, dove prenderemo il bus per Kemi”

24/40 Uragano Irene, New York

Nel 2011, dopo più di 2 mesi nel cuore degli Stati Uniti arriviamo a New York. Il ponte da attraversare per entrare a Manhattan stava per chiudere. Tutte le zone vicino alla costa sono state evacuate. Questa operazione ha spostato 250.000 persone fuori dal centro e noi stavamo entrando. Ho visto New York vuota, come nei film. Lo stato d’emergenza l’ho vissuto sulla pelle e la cosa da fare è sempre la stessa. Vivere il presente e prepararsi al tutto.

25/40 Rambutan, Granada

Ho ricordato come fossi ancora lì quell’ostello in periferia di Granada. A sinistra la Sierra Nevada, di fronte la Alhambra illuminata. Quella notte non c’erano più posti per me ma dopo più di una settimana in giro da solo per la Spagna ero esausto, non potevo cercare un altro alloggio. Dormii sul tetto terrazzato, con le stelle a farmi da coperta. Fu una notte profonda.

Non posso dimenticare la cena sulla cassapanca. Io, Xavier delle montagne, Jasmin, Will il Texano con la sua fisarmonica e il ritmo nel sangue. L’uomo che viveva in una caverna ai piedi della Sierra Nevada passava in ostello ogni sera, per cercare di vendere qualche cima di Marijuana. Non ne avevo mai vista così tanta, ero impaurito ma affascinato e incuriosito. Ho richiamato le sensazioni di quei tempi molte volte, tant’è che ci sono tornato altre 3 o forse 4 volte nello stesso posto e ogni volta una magia diversa mi ha sempre stregato. Porterò i miei figli.

26/40 Tennant Creek – Northern Territory

…e quella volta che nello sperduto Outback australiano si è rotto l’alternatore?

Accipicchia che ricordo. L’aternatore bruciato nel punto distante da qualsiasi costa australiana. Nel mezzo. Nel centro. Settimane di guida ininterrotte per arrivare lì e rompere il furgone. Nel quasi nulla. Ci salvó nel quasi nulla un meccanico improvvisato, che alla mia domanda “quanto tempo dovremo aspettare per il pezzo di ricambio?”

Lui rispose sorridendo…

“Non lo so, potrebbero essere due giorni come cinque giorni o una settimana”

Durante quell’attesa, senza sapere il momento di quando saremmo ripartiti, abbiamo fatto due delle esperienze più significative della nostra esperienza australe.

La prima fu entrare in un locale di aborigeni. Decine di persone dello stesso colore che girandosi e fissandoci ci dissero….”una birra, meglio se da asporto”.

La seconda fu l’esperienza con Jimmy Hoka, un mezzo sangue australiano. Un boscimane che ci vedere concretamente una semplice cosa, come la natura e l’uomo possono interagire in maniera produttiva per entrambe.

27/40 Non ci sono riuscito

Oggi nessuna meditazione. Ho resistito 4 minuti. In questo tempo ho girato più pensieri di quelli che si possono fare in 4 minuti. Lo so che ho perso un’occasione per farla tacere ma oggi i problemi e i pensieri distraenti sono stati più forti della mia capacità di restare con loro e quietarli. Domani altra strategia.

28/40 Giornate difficili

Anche oggi si resta in casa, nel senso che la mia mente non è voluta uscire di qua. La scimmia non si vuole proprio fermare. Pensare che sono 27 giorni di fila che medito. Mi aspettavo almeno di riuscire a farlo per 10’ ma niente da fare. Forse ancora una volta é proprio l’aspettavo a che frega. 

29/40 Su un materasso in fattoria

È proprio vero che tutto passa, sempre. Se ieri è stata una delle giornate più buie oggi è stata una delle meditazioni meglio riuscite. L’ho finita con la mente ferma e un sorriso interno che non sentivo da tempo. Oggi il ricordo é andato a quella volta che dal materasso del mio Toyota scrivevo le mail a casa, per raccontare l’avventura. Ero in fattoria, raccoglievo fragole tutto il giorno scalzo, al freddo e con parecchia fatica. Quanto stavo bene. La sera usavo raccogliere i pensieri e condividerli con gli amici a casa, impegnati nella solita routine. Conservo ancora con piacere tutti gli scritti.

30/40 Colle del Sommelier

Stasera avevo bisogno di arare la terra e respirare ossigeno. Non c’è posto migliore del Colle del Sommellier per ricordarselo!

Per gli amanti delle due ruote (grasse) è una metà da non perdere. Al confine tra Italia e Francia, sa lasciare ricordi unici, vissuto in ogni condizione.

31/40 Trekking al Trolltunga

Quando il bisogno di aria aperta e ordine chiama la Norvegia risponde. Quest’anno ho avuto l’opportunità di fare un viaggio bellissimo, ancora una volta in Norvegia, terra che apprezzo tantissimo. Mi sono ritagliato il tempo per fare un trekking che avevo programmato mesi prima, si tratta di una delle mete più visitate ma comunque davvero suggestive. Il Trolltunga, che tradotto sarebbe lingua di troll, è una sporgenza rocciosa alta centinaia di metri dalla quale si può ammirare uno dei fiordi più belli. Per arrivarci è necessario faticare non poco, circa 6 ore di cammino su rocce una diversa dall’altra. Le caviglie sono messe a dura prova ma lo stare nel nulla per tutto quel tempo è molto affascinante. Una volta arrivato in fondo al cammino, per scattare la famosa foto ricordo si possono aspettare ore. Non è stato il caso del giorno che ho scelto io, visto che era particolarmente nebbioso nessuno voleva scattare quella foto. Ancora una volta, l’importante è stato il viaggio, non la meta.

32/40 Mezza bottiglia di vino

Prima della meditazione non serve a niente, se non a farti andare ovunque casualmente. Certo, bello rilassato e felice, vero, ma non per questo ho raggiunto a pieno il mio scopo. 13 minuti di occhi chiusi non sono 13 ti di meditazione. La cosa interessante è che capisci bene la differenza tra lo stato alterato di coscienza e lo stato alternativo di coscienza. 

33/40 Nel Van a Surfers Paradise

Digitando su google si vedono parecchi grattaceli, è un posto che non la selvatica vita nel van hanno poco da spartire. Eppure io me lo ricordo come un giorno speciale, quello. Ci siamo spostati dal centro commerciale di Surfers per torcere un parcheggio isolato, senza il bisogno di andare in un camping. Troviamo una zona tranquilla, fra villette di alta classe in quel periodo tutte vuote. Era un anonimo giorno della settimana e ricordo che al mattino, subito dopo l’alba, c’erano già i surfisti che uscivano dall’acqua. Si erano già presi il meglio dell’oceano e con tutta probabilità di lì a poco avrebbero preso un ascensore per un ufficio al 35esimo piano. 

Io li, con una grossa Lonely Planet appoggiata alla staccionata, il golden virginia nel palmo della mano e un filtrino in bocca. Altri tempi ma vivi ricordi.

34/40 NYC marathon 

Non ho corso la mia maratona, ero lì per accompagnare un’amica che ho allenato nella sua prima e unica Maratona. Mai mi sarei aspettato di vivere emozioni così forti lungo il percorso. Gli americani devo dire mi hanno restituito qualcosa di unico, che sono quel popolo può dare, seppur continuano a non starmi simpatico fino in fondo.

Correre in una metropoli che si ferma completamente per un evento sportivo è qualcosa che ogni runner dovrebbe provare. Dal decimo km fino all’arrivo si corre in mezzo al tifo più imponente e goliardico che possiate mai provare, almeno per la mia esperienza. Non riesco ad elencare tutto ciò che ho ricordato ma di sicuro non sono mancati concerti, bandierine, cori, cartelloni di ogni forma, persone dipinte, urbriaconi felici, bambini pestiferi, donne mezze nude, bbq, paninari, feste a tema, gruppi di vario genere, signori distinti con pugno chiuso in segno di incitamento, persone in lacrime, invalidi, anziani sulla sedia che ne avranno viste tante, motociclisti, camionisti e ogni altro genere di categoria vi passi per la testa. Tutti lì per voi, fino alla fine. Bel ricordo!

35/40 Mount Isa

Di quella notte ho un ricordo affascinante. Nonostante la citta grigia, in mezzo al deserto, la volta celeste era una coperta di stelle da un orizzonte all’altro. Dove finivano le stelle iniziava la terra e dove finiva la terra iniziavano di nuovo le stelle. Tante, talmente tante che illuminavano.

36/40 In ostello a Copenaghen 

Ok ero affascinato dalla prima città nordica visitata ma ancora oggi penso all’organizzazione di quel posto. Parliamo ormai di 13 anni fa ma lo ricordo ancora.

L’ostello, uno dei più conosciuti dalla guida Lonely Planet era semplicemente ricavato da una palestra delle scuole. Durante la stagione estiva, turistica venivano allestiti delle tramezze temporanei per dividere le stanze con i letti a castello proprio una mezzo al campo da basket. C’era tutto. Spogliatoi molto puliti, armadietti con la serratura a codice la reception e la classica musica chillout da ostello. Ragazzi da ogni dove potevano dormire a 12 euro con colazione.

Mi aveva colpito molto questa cosa, che ancora oggi ci penso. Non ci voleva tanto ma il fatto di usare una struttura come quella era ai miei occhi indice di d’intelligenza. Dopo 10 giorni avrei dormito anche in un campeggio vicino a Helsinki, ricavato in un campo da calcio.

37/40 In kayak a Voss

Niente di veramente particolare ma uno dei miei sogni era una bella escursione nei fiordi in Norvegia con il kayak. È durata solo qualche ora ma è stata fantastica per via del fatto che l’ho fatta in solitaria e sotto al diluvio! Ero dalla parte opposta del fiordo, al telefono con i miei bambini. Difficile da immaginare ma ero seduto su una poltrona di una zattera/bar andata distrutta. Un rottame. Ho spiaggiato il kayak e sono salito su questa zattera in legno abbandonata al suo destino. Aveva il suo fascino! È partito però un diluvio che ricordo ancora l’emozione di navigare con acqua sotto e sopra! Non sapevo se ridere o piangere ma è stato uno degli ultimi veri incontri ravvicinati con la natura!

38/40 Ovunque e da nessuna parte

Altra giornata buca. Non c’è stato verso di fermare il chiacchierio della mente, nemmeno per un istante. Interessante notare che ho sempre trovato correlazione con l’attività del giorno e la meditazione serale. Quando mi sento in sincronia durante il giorno e concludo le azioni in modo efficace la pratica meditativa va benissimo, altre volte invece è pessima, come stasera.

A onor del vero devo dire che ho meditato anche stamattina senza videocamera ed è andata meglio di stasera, anche se comunque non ero “centrato” già stamattina.

39/40 Castello di San Sebastiano

Ci sono molti posti che favoriscono la riflessione profonda ma l’esperienza che ho vissuto al castello di San Sebastiano le batte tutte. Ho avuto la fortuna di partecipare a qualche residenziale di ipnosi costruttivista, questo era il primo. Conoscevo già la tecnica, avendo avuto altre esperienze ma mai mi ero spinto così dentro me stesso, mai. Questo è sicuramente stato il viaggio più profondo, direi come al centro della terra, dove sono riuscito davvero a vedere le cose sotto un altro punto di vista, migliore. Prendersi 5 giorni, isolandosi dal mondo a contatto con grandi maestri e persone straordinarie può cambiare davvero la vita, senza esagerare. Sul mio blog gardatrainer.it potete trovare un articolo dove parlo della trance e di alcune esperienze, in questa sede c’è poco da dire anche perché di queste esperienze non c’è mai tanto da dire, c’è da provare. “Lo stato di Trance è patrimonio dell’umanità”

40/40 Il Viaggio Sciamanico

È probabile che la maggior parte delle persone siano spaventate da questa pratica, che spesso è considerata come pericolosa o futile o addirittura inesistente(!)

Il Viaggio Sciamanico è tanta roba, tanta tanta roba. Attraverso questa pratica possiamo andare in contatto con i nostri animali guida, che sono presenti in ognuno di noi, a volte sono anche più di uno. Non sto qui a prendere posizione sull’esistenza o meno di questi mondi paralleli perché non è questa la domanda giusta. La questione, per lo meno la mia è: è utile? Tanto, a me lo è tanto. Forse gli animali guida sono una rappresentazione mentale di una parte di noi? Forse si, andrebbe comunque benissimo. Sanno trasmettermi consigli pratici, concreti, saggi. Sanno guarire (noi sappiamo guarirci), sanno trasmettermi emozioni utili. Una risorsa importantissima per tutta la vita.

Ringrazio di cuore i miei maestri e le mie guide, ringrazio i miei animali, ringrazio gli amici e infine ringrazio la family, che mi concede la libertà di portare avanti la mia vita con passione e dedizione, senza di loro tutto l’amore sarebbe diverso.

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